La Pallavolo San Martino aveva cominciato un’altra stagione, foriera come sempre di novità e di entusiasmo, un’altra stagione in cui la consapevolezza di poter raggiungere ottimi traguardi aleggiava nelle nostre palestre, ma che purtroppo un virus sconosciuto ha chiuso anzitempo.
Ma l’entusiasmo che caratterizza chi sceglie la Pallavolo a San Martino, sia che la giochi sia che la insegni o che la organizzi, non è mai venuto meno. Non a caso ho voluto usare il verbo SCEGLIERE, perché proprio di questo si tratta…lo sport entra nella tua vita e ti travolge, detta i ritmi delle tue giornate, ti insegna ad organizzare gli studi o il lavoro in modo da essere sempre presente in palestra. Non è semplice e bisogna essere pronti a fare alcuni sacrifici, avere una famiglia disponibile e persone che credono in te e che assecondino e favoriscano questa importante scelta. Ma cosa sarebbe una vita senza sport? Quante soddisfazioni tornerebbero a fronte della fatica?

La pallavolo ci regala vittorie e sconfitte, ci educa, ci sprona ad avere la forza di non mollare mai, ci regala la possibilità di far parte di una squadra, che la maggior parte delle volte diventa una seconda famiglia, ci dà delle regole e ci insegna il rispetto e la fiducia. Gli allenatori vedono quotidianamente occhi di ragazze che perseguono un sogno e hanno l’importante compito di trasmettere i mezzi affinché questo sogno si possa coltivare.

La Pallavolo San Martino aveva un allenatore che ha fatto della sua vita proprio questo: il realizzatore di sogni.

Quest’uomo era Franco Marani.

Io lo piango come amico, la Pallavolo lo piange come tecnico, tutti lo piangono come uomo per tutto quello che dava senza mai pretendere nulla indietro. Tutto è successo all’improvviso, il 7 aprile, in un momento difficile per tutti, in un momento in cui il mondo era già in lutto per il maledetto Coronavirus. E questo purtroppo ci ha impedito di rendergli il giusto omaggio che un Uomo come lui si meritava. Se n’è andato in silenzio, come era nel suo stile di vita, quei silenzi che dicevano tutto e che se poi erano accompagnati dai suoi appena accennati sorrisi diventavano come una benedizione: “va ben così”, “sei forte”, “ce la farai”. Franco lascia un vuoto incolmabile, ma forse proprio per questo ne usciremo tutti più forti, rafforzati nel voler fare ancora meglio e con l’obiettivo di non mollare mai come lui ha sempre fatto e voluto.

Il presidente Giorgio Aldegheri